Phil Elvrum è un personaggio difficile da inquadrare, artisticamente parlando. Molto simpatico e dotato di grande ironia dal vivo, la sua presenza sui media dà invece l’impressione di una persona schiva e determinata nel volersi tenere ai margini. Già con il progetto Microphones, in piena esplosione del fenomeno freak-folk, Phil si è trovato in odore di santità. Sarebbe probabilmente bastato prendersi un po’ più sul serio, smussare certe spigolosità del suo suono e puntare tutto sulle splendide e malinconiche melodie che sa confezionare per consacrarsi presso il grande pubblico, ma Phil ha perferito portare avanti un discorso più intimo e coraggioso. Mount Eerie da diversi anni continua a pubblicare album superlativi, come questo ultimo Clear Moon uscito a maggio che a settembre verrà raddoppiato dall’altrettanto valido Ocean Roar.
Cantautorato fine, kraut-rock, metal-gaze, la profondità della periferia americana, la vastità dell’oceano e l’inquietante fissità della foresta: tutto questo finisce negli album di Mount Eerie. Musica impossibile.
Bello, senza dubbio. Però casa sua non doveva essere un posto allegrissimo, ecco.
In effetti. Magari non allegro, ma bello ed evocativo sì!